a proposito di apparenza...
Nella mia biografia c'è scritto che "coloro i quali creano l'apparenza sono abili lettori dell'animo umano". Sono fermamente convinta di questo concetto. Innanzitutto ognuno,senza necessariamente appartenere alla categoria degli style artist, consapevolmente o inconsapevolmente crea la propria apparenza, ergo comunica, esterna un messaggio che, a seconda dei casi può trasmettere una moltitudine di significati. Dall'altro lato ci sono i destinatari dell'apparenza, il contesto sociale e relazionale cui ci si approccia.
Niente di più simile ad una lettera con raccomandata di ricevuta di ritorno, con tanto di mittente, destinatario, oggetto, contenuto ed attestazione di ricevimento del messaggio spedito. A questa lettera che continuamente spediamo in giro per il mondo, segue immancabilmente un riscontro, a volte sollecito a volte meno, di condivisione, di contestazione,di accettazione, a volte di mero silenzio.
L'efficacia del messaggio che vuoi mandare dipende esclusivamente dalla tua capacità e sensibilità di prevedere e comprendere se il modo in cui lo fai avrà un alta probabilità di comprensione e ricevimento da parte dei destinatari.
La prima domanda che devo farti è la seguente: a te interessa che uno specifico messaggio arrivi a destinazione? che abbia l'influenza, quel peso che avevi preveduto avesse? Se la risposta è si, bene, possiamo andare avanti. Se la risposta è no, stiamo parlando di niente; perchè se sei nella cerchia delle persone che crede di essere assunto come direttore nella " Banca del Vaticano" e ti presenti al colloquio con i jeans così strappati che sembra tu abbia incocriato un pitbull inferocito, con 68 orecchini,di cui 65 rappresentano croci rovesciate, i capelli che se li vedesse mio nipote vorrebbe giocare a "colore, colore" e un tatuaggio "666" sulla fronte...ecco ..diciamo che (complimenti per l'originalità del look)ma, amico caro, le possibilità di assunzione si riducono di un pochino...
L'apparenza, soprattutto quando è il primo biglietto da visita conta. E' la primissima chance diciamo. Se poi c'è l'accortezza di far corrispondere una buona dose quantitativà- qualitativa del contenuto a quanto proprosto visivamente sulla scatola, avremo soddisfatto anche il requisito della coerenza in-out del personaggio, e quindi delle aspettative che il destinatario si è posto quando a prima vista ha mirato la sua attenzione verso di te.
Come sempre la scelta sta a te. Puoi creare dissonanza tra l'apparenza e il messaggio che avresti voluto mandare o coerenza. Ed anche nel secondo caso puoi stabilire a priori che grado di coerenza vuoi far corrispondere alla tua apparenza.
Partiamo quindi dallo scopo finale.
La mia esperienza mi porta a considerare che " semplificare semplifica ". Premesso che da sempre difendo e promuovo la libera espressione della creatività nel modo di apparire, sono, nel tempo giunta anche io a qualche compromesso. Serenamente e consapevolmente.
Mi sto riferendo a quei contesti in cui il traguardo da raggiungere viene prima di tutto. A quel punto se tu dovessi chiedermi un consiglio su come raggiungere il traguardo x, io ti direi qualcosa di molto elementare. "Semplificati il cammino verso il traguardo" compatibilmente con la tua libertà di espressione. Mi riferisco ad ogni singolo aspetto. Incluso l'apparire. Quindi se presentarti al colloquio con una camicia pulita e ben stirata, con la barba fatta, o con un trucco che non ricordi necessariamente Moira Orfei o Platinette, perchè non avvalersi anche di questa carta, se può , nei suoi limiti, contribuire ad agevolarti le cose? Poi sta a te decidere quanta sopportazione hai per una cravatta rispetto all'importanza che può avere il raggiungimento di quel traguardo. Esiste anche il buon vecchio compromesso, che sta nell'intuire almeno genericamente a quale tipologia di outfit affidarsi (professionale, sportivo, sexy, carnevale a Rio de Janeiro). Capito quello e rispettate piccole regole di base, poi la creatività non ha pericolo di essere repressa. Non esistono obiettivi difficilissimi da raggiungere, esistono solo obiettivi male o bene programmati nel loro raggiungimento.
Non badiamo solo all' idealizzazione del traguardo finale che visto a priori come concetto può spaventare. Teniamo puntato nel mirino la linea di arrivo, ma concentramoci passo passo, giornalmente sui dettagli quotidiani. Se tra questi c'è il look. Sarebbe un atto gentile verso noi stessi dare ad un dettaglio l' importanza che merita anche solo per quel primo fatidico giorno del primo colloquio. E' una premura verso noi stessi. Non sbilanciarsi troppo all'inizio, in particolare in contesti che non conosciamo bene, può essere utile per sondare il terreno. Il sentirsi a posto con se stessi, l'aver fatto tutto il necessario per cercare di agevolare il percorso aiuterà anche a concentrarsi più disinvoltamente sul passaggio successivo. Quello contenutistico e propositivo.
Questo è il modo più semplice e diretto. Comprensione del contesto e valutazione del grado di compromesso con il nostro gusto personale ed eventuale combinazione tra i due fattori in armonico equilibrio. Quanto detto è riferito soprattuto al rispetto di certi appuntamenti che rispecchiano un determinato contesto sociale e culturale, quindi, non per mancanza di originalità ti sconsiglierei di indossare un abito fluorescente ad un funerale o una micro tutina aderente e trasparente da cubista in chiesa.
Domanda numero due: lo sai che l'apparenza può essere altamente manipolatoria? Questo è l'aspetto che trovo più divertente e ti spiego perchè. Prima ti ho spiegato quello che il proverbio " attacca il ciuccio dove vuole il padrone" , come si dice dalle mie parti, riassume; se vuoi, se lo digerisci, condisci il tutto con un pò di gusto personale ed hai semplificato la questione.
Il caso B è decisamente più interessante. Non hai idea di quanto l'apparire in un determinato modo possa far muovere le pedine nella tua direzione o nel senso opposto. Questo ti aiuta tanto! Ti fa capire chi hai di fronte e soprattutto il loro grado di superficialità ed elasticità, grettezza,chiusura o apertura mentale. Ti racconto un validissimo aneddoto da me sperimentato, efficacissimo.
Personalmente nutro profonde remore per le persone troppo bacchettone, tolti i contesti cui ho fatto prima riferimento, sono per la libertà creativa di espressione, nei contesti un cui è lecito farlo. Purtroppo anche in quei contesti, c'è una percentuale di persone che amo definire "1+1=2", quelli che se sei un professionista Y a carnevale non puoi vestirti da clown, perchè perdi di credibilità, se sei un sub è opportuno girare con le pinne anche quando vai al supermercato, ecc. , quelli che insomma non hanno la gioia di sperimentare il proprio estro creativo, seppur iper neutrale e classicheggiante, ma semplicemente si coprono della stessa divisa, nei secoli dei secoli amen. E fin li niente di male, finchè piace a loro...ma spesso senza neanche conoscere chi c'è dietro un modo di apparire, sentenziano in un modo che neanche la Cassazione a Sezioni Unite ..... Quindi l'apparire in un certo modo potrebbe tornarvi molto utile.
Quanto tempo ci metti a conoscere chi hai di fronte? A volte parecchio. Con il mio infallibile metodo chiamato " a momenti gli/le veniva un infarto", attraverso il giusto outfit puoi a priori toglierti dai piedi questo tipo di persone cosi prevenute e ristrette mentalmente. Una festa, un aperitivo, qualsiasi contesto dove obiettivamente il free style non nuocerebbe nessuno.... presentati pure, se ti piace, se ti fa sentire a tuo agio, se rispecchia come ti senti in quel momento, con una giacca arcobaleno o con una mini audace. A quel punto proprio le persone che non vuoi tra i piedi, quei bacchettoni e bacchettone , come per magia se ti va bene gireranno la testa dall'altra parte a 360 gradi come la bambina dell'esorcista, se ti va "così cosi" ti rivolgeranno la parola giusto il tempo di formulare una battutina al vetriolo, ma a quel punto avrai ottenuto ciò che vuoi: avere il campo libero da questa gente che non ti serve e socializzare con persone che più si aggradano alla tua natura.
E' il naturale principio di autoeliminazione. L'elegante gestione dei rapporti umani senza neanche fare click con il dito sul tasto cestino, poi elimina definitivamente.
Tieni presente l' unico limite, il tuo ovviamente e come sempre....il famoso senso di colpa di mancata approvazione da parte del gregge. Se però sei a questi livelli, se sei così "needy" ...non è più un discorso che gira sul come apparire...ha radici molto più profonde e radicate e a quel punto devi considerare la possibilità di sottoporti ad una lunghissima analisi che vedrà nel giro di poco tempo, un nuovo mega yacht nel porto di Monte Carlo (il cui proprietaro sarà il tuo analista, che non mancherà ad inviarti cartoline di ringraziamento).
Devi capire che al tipo di gente "1+1=2", se ha emesso sentenza...hai un marchio indelebile sulla pelle, a quel punto potrai anche adottare 10 bambini dal Burundi ogni settimana, non gliene importa niente, fa comodo cosi...quindi fai prima a metterti l 'anima in pace che non puoi piacere a tutti.
Queste persone hanno fatto la fortuna delle case farmaceutiche e cosmetiche che, da sempre, sul mercato lanciano nuovi prodotti per tentare di spianare quel perenne crampo di disapprovazione che indossano sul viso.
Tolto questo escursus, volutamente ironico, torniamo a noi.
Ad ogni modo, il modo in cui appari, come avrai già sicuramente modo di sperimentare sulla tua pelle, è comunicazione pura. Sta a te decidere se semplificarti la vita usandolo in modo coerente e direttamente proporzionale all' effettivo messaggio e scopo che avevi prefissato (sempre che tu abbia uno scopo o messaggio preciso) e qui come già detto gioca molto il fattore capacità di analisi sul contesto e sui destinatari. O se ami confondere le idee, se per te è fondamentale apparire nel modo in cui piace a te a prescindere dal contesto.
Se sei donna puoi sondare il grado di maniacalità maschile e velocità di approccio che in alcuni casi è inversamente proporzionale alla lunghezza della tua gonna, se sei uomo poi divertirti a mettere alla prova una ragazza, attirandola con un vestito ed accessori da capogiro ed offrirti di accompagnarla a casa con il tre ruote...Dai diciamolo..è divertente. Un pò come il linguaggio degli animali, mostrarsi grandi per attirare la preda, sfoggiare code colorate....o aculei....lo stesso facciamo noi.
Ricorda solo un dettaglio: tutti possiamo prendere le sembianze di chi vogliamo. Possiamo anche decidere di essere sempre, 24 ore su 24 quel modello di persona che ci siamo prefissati di essere, ma se il modello è troppo rigido può diventare frustrante a lungo andare. Ecco perchè sostengo favorevolmente la tesi della versatilità dello stile. Perchè la mutevolezza delle circostanze di volta in volta ci da l'occasione di testare la nostra abilità non solo di adattamento ma, anche e soprattutto creativa.Versatilità è armonizzarsi con gli eventi, anche nel come si appare.
Il modo di apparire ci influenza ed influenza, fa venire fuori tanto di noi, non tanto per quale capo indossiamo ma, per la modalità in cui lo stiamo vivendo.
Ti è mai capitato di avere l'influenza ed essere al lavoro? Finchè sei in giacca la reggi,ma quando entri nel peggiore dei tuoi pigiami di flanella quadrettati la fine è vicina, ti guardi allo specchio ed assumi una postura curva triste e barcolli per la casa al ritmo del lento strisciare in ciabatte. Ti senti ancora peggio.
Così come indossare abiti colorati, quando si sta con i bambini, quando si ha il tempo di dedicarsi a loro, hai un approccio più diretto se hai Peppa Pig sulla maglia e se riconosci che sulla sua maglia di tuo figlio c'è Doraemon, ti senti uno di loro.
Ma anche...mi è capitato di notare come l'indossare lo stesso capo riveli diverse reazioni ed atteggiamenti a seconda di chi lo indossi. Noi parliamo sempre, anche quando stiamo zitti. Ed è ,quindi, nella fierezza in cui porti un abito, nella disinvoltura in cui ti ci muovi che capisco chi sei. C'è tanto di te. C'è la tua storia. Basta osservare. Vedere in un abito elegante una donna che appare vistosamente a disagio,o che non sa camminare sui tacchi, sistemandosi in continuazione le spalline, che non sa dove mettere le mani....è evidente che non è questione di scarpa stretta o altro. Dietro quella goffagine c'è un disagio, c'è una mamma - mammifero che ha lasciato la sua femminilità chissa dove, o ancora una volta quella sempre verde odiosa sensazione del non sentirsi degni di....
Segnali e comunicazione ovunque. Ecco perchè amo tanto l'apparenza perchè tutto essa contiene tranne che il concetto di superficialità, è un patrimonio di informazioni infinite e di spunto di analisi comportamentale.
Ma anche segnali di complessità di una personalità, contraddizioni, segnali di ambiguità, doppiezza. Apparire frivoli e allo stesso tempo intavolare una discussione sul teorema del viriale. Depistare, confondere...attirare con il caldo colore, con la leggerezza del tessuto e allo stesso tempo gelare con lo sguardo o assenza di parola. Essere distante, altrove, ma giocare con le frangie, come un richiamo.
Ecco dimostrata la danza, la musicalità, il flusso inafferrabile di questo tipo di comunicazione visiva che è l'apparenza.
Notare anche come si reagisce all'approccio diretto del suo riconoscimento. Un esempio: 4 donne, stesso party.
Un complimento sorge tra le prime due. "Questo vestito ti sta davvero bene", l'altra: " Dici? l'ho messo perchè mi nasconde la pancia e il verde fa confondere le vene varicose che fanno schifo almeno quanto le ruga che ho dietro il collo che nessuno ha notato, e comunque sono ingrassata di 250 grammi, e ho lo zigomo del tennista".....Dialogo tra le seconde due amiche: "Questo vestito ti sta davvero bene", l'altra: "Grazie!" Quanto vissuto c'è in queste poche battute? Quanta bassa o regolare autostima c'è'? Ed ancora una volta stavamo parlando di mera apparenza..
Ma voglio spendere ancora due righe a proposito del tunnel in cui ci si può infilare se ci immedesimiamo troppo nella simbologia che può celare un abito.
Se per sbaglio, per svista si fa passare per prova di credibilità anche solo la nostra apparenza, intesa come unico immutabile fattore identificativo del personaggio che abbiamo deciso di interpretare, restiamo intrappolati. Difficile poi uscire da un qualcuno che non ha mai il sostituto pronto in panchina per dargli il cambio e farlo riposare un pò. Con questo non voglio incentivare il Mister Hide in voi, soprattutto se di cattivi intenti :-) , ma vorrei che fosse chiaro il concetto di pericolo legato all'immutabile aderenza ad un unico modello di apparenza che si è scelto, soprattutto quando, più o meno velatamente ricorda le ambizioni di Icaro.
Prendiamo come esempio un noto stimato professionista, uno psichiatra affermato. Ecco, io non mi scandalizzerei nel vederlo ballare sui tavoli il sabato sera con una maglia con i puffi, così come mi aspetto di ritrovarlo tranquillamante reinserito nel suo ruolo il lunedì mattina alle ore 11 nel suo studio. Che male c'è? Lo trovo comprensibile, giusto, etico. Ma sai quanto alto è il rischio di impazzire per uno psichiatra che tutta la settimana risolve i problemi altrui? Poi ci stupiamo quando al Tg sentiamo che il placido vicino di casa ha preso a forchettate la moglie e ha schiaffeggiato il criceto... Dovrà pur avere una qualche valvola di sfogo, poi per carità c'è chi si ritaglia le sue pause andando al concerto di musica classica, ma non si può essere ininterrottamente un irreprensibile soldato sull'attenti.
In teoria, ma anche in pratica, l'ideale sarebbe riuscire ,tramite la propria sensibilità ed esperienza, ad intuire quando è il caso di spingere a mille il pedale dell'estro creativo e quando è più idoneo contenerlo.
La varietà di situazioni è così ampia che fa essa stessa da stimolo per sperimentare le combinazioni infinite che l'apparenza può esprimere. E' un gioco. Come è un lecito gioco vestirsi alla Marilyn a 20,30 e ad 80 anni, purchè lo si faccia con il giusto spirito e quando occorre con ironia. Perchè ad immedesimarsi troppo nel personaggio si può morire a 36 anni.
La mia di apparenza?Ma io scrivo il testo e non faccio testo!
Scherzi a parte, io appartengo ad una di quelle categorie a rischio nevrosi, forchettate a familiari, sevizie ad animali domestici ecc. per cui appena ho la possibilità di uscire dalla mia divisa/tuta da palombaro, che comunque,a prescindere dal rispetto del contesto indosso volentieri, mi dedico alla vestizione della creatività.
Be Francy